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Massimiliano d'Asburgo.

Arciduca d'Austria e imperatore del Messico. Fratello minore dell'imperatore Francesco Giuseppe, nel 1857 sposò la figlia di re Leopoldo I di Belgio, Carlotta. Nello stesso anno fu inviato a Milano dall'imperatore come governatore generale del Lombardo-Veneto. Qui si impegnò per il miglioramento dei rapporti tra l'Impero e la popolazione italiana, tanto che la sua politica conciliante riscosse il consenso degli ambasciatori inglesi a Torino e a Vienna, rischiando di far fallire l'accordo tra Cavour e Napoleone III stipulato a Plombières. Si distinse inoltre per la creazione di numerosi istituti di grande valore culturale e sociale (Cassa di sconto, Società delle ferrovie lombarde, ecc.) che sarebbero stati in seguito molto preziosi per il Regno d'Italia appena sorto. Dopo il 1859, si ritirò a Trieste. Un gruppo di notabili messicani, conservatori e clericali, offrirono a M., in ragione del suo interesse per l'America Latina, la corona del Messico dove, con l'aiuto di truppe francesi, avevano recentemente rovesciato il legittimo presidente liberale B. Juárez. Dietro a questa proposta era riconoscibile un progetto di Napoleone III che desiderava creare uno Stato cattolico satellite oltremare, ingraziarsi il papato e i cattolici francesi con la restituzione dei beni ecclesiastici espropriati dai liberali messicani e, in ultimo, stringere rapporti amichevoli con l'imperatore austriaco offrendo il trono a suo fratello. M. accettò la proposta e nel giugno del 1864 entrò a Città del Messico, dove fu incoronato. Inizialmente il tentativo sembrò aver fortuna, grazie al sostegno di un corpo di spedizione francese e al forzato disinteresse degli Stati Uniti, impegnati nella guerra di secessione. Tuttavia M., decidendo di non revocare le leggi riformiste di Juárez, di confermare le espropriazioni di beni ecclesiastici e dimostrando una certa inclinazione liberale, scontentò clericali e proprietari terrieri, ma soprattutto si alienò il sostegno papale e di Napoleone III, senza peraltro essersi conquistato le simpatie dei repubblicani, che anzi intensificarono anche militarmente la già convinta resistenza. Infine gli Stati Uniti, forti degli enunciati della dottrina di Monroe, imposero ai Francesi di lasciare il Messico, ritirandosi nel 1867, mentre M. si rifiutò di partire. La lotta con i ribelli durò ancora un paio di mesi, finché M. fu catturato, processato e fucilato nel giugno di quell'anno (Schönbrunn, Vienna 1832 - Querétaro, Messico 1867).